MIRKO CONFALONIERA

  1. IO NON VIAGGIO IN AUTOSTRADA!
    Una filosofia di Vita alla riscoperta della vera Italia

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    DIARIO DI VIAGGIO
    By Liutprando il 14 Mar. 2022
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    L'OLMO (periodico a cura della Biblioteca Comunale di Castelletto di Branduzzo) n. 5
    Rubrica - Castelletto Viaggia


    “Viaggiare” oggi giorno è facile, diciamoci la verità. Viviamo in un’epoca dove basta connetterci a internet per poter programmare nei minimi dettagli anche il più esotico e avventuroso dei viaggi da raccontare al proprio ritorno agli amici del bar di paese. Per esempio, nel 2016, io ho pianificato dietro a un tablet qualsiasi quella mia splendida avventura in Marocco, coronata dall’attraversata a dorso di dromedario sulle dune del Sahara verso il villaggio berbero di Merzouga ai confini del mondo. Stessa cosa per tutti i miei viaggi “oltre cortina” in Est Europa - dall’arrivare in Piazza Rossa a Mosca sotto una nevicata a mezzanotte, a vedere una San Pietroburgo a gennaio a 30 gradi sottozero, a tutti i viaggi con bus di linea in mezzo ai Balcani, da Trieste ad Atene o da Tirana a Instanbul, ecc.. Prenotare un volo aereo o un viaggio in treno o in pullman, anche in posti remoti del continente, oggi come oggi, è la cosa più semplice di questo mondo. Basta una mezz’oretta, qualche “click” qua e là, e la vacanza “perfetta” è bella che servita! Ma provate a chiedervi cos’è davvero “Viaggiare”? E’ davvero solo il semplice spostamento da un punto “A” a un punto “B” di una mappa geografica? Quando restate in Italia e prendete una delle tante autostrade che vi portano dritti dritti verso le vostre mete prefissate, considerate quelle poche ore a tutta velocità davvero un “Viaggio”?... Queste domande me le sono poste anch’io nel lontano 2013, quando dopo anni e anni (praticamente da quando sono nato) percorrevo in treno o in auto o in altro mezzo la lunga direttrice che mi portava verso la casa dei miei nonni materni in Puglia, dove ho sempre trascorso vacanze estive, natalizie, pasquali e di ogni altra stagione. “Ma in mezzo ai caselli autostradali di Casteggio e di Barletta che cosa c’è davvero?” - a parte svincoli, uscite, cartelli segnatetici, alienanti autogrill, asfissianti colonne di auto, rallentamenti e solo qualche raro scorcio di bei paesaggi? E’ così che ho iniziato, quasi per gioco, a lasciar perdere quelle costose autostrade a pagamento per “esplorare” un mondo che forse abbiamo dimenticato da tempo... Ho scoperto che esistevano altre strade, altri percorsi, altri itinerari, altri posti da attraversare e magari che potevo fermarmi in alcuni di questi per guadarmi attorno e “riscoprire” raccontando. E’ da allora, più o meno, che “Io non Viaggio in autostrada”, come recita il mio omonimo terz’ultimo romanzo uscito nel 2019 (edito da Albeggi Edizioni), e che ho fatto di questa scelta una propria e vera filosofia di vita. In poco tempo mi si è aperto un mondo riempito di tantissimi altri piccoli mondi, che non avrei mai immaginato di sco...

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  2. LA LEGGENDARIA "TRANSIBERIANA D'ITALIA" A BORDO DI CARROZZE FERROVIARIE DEGLI ANNI '30
    La ferrovia Sulmona – Isernia, attraverso paesaggi innevati fino a 1269 metri di altitudine

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    DIARIO DI VIAGGIO
    By Liutprando il 14 Mar. 2022
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    L'OLMO (periodico a cura della Biblioteca Comunale di Castelletto di Branduzzo) n. 12
    Rubrica - Castelletto Viaggia


    La ferrovia Sulmona – Isernia è una linea ferroviaria secondaria che collega internamente l’Abruzzo con il Molise e che è lunga 128 km. Costruita e aperta al pubblico fra il 1892 e il 1897, è stata soprannominata “La Transiberiana d’Italia” per le abbondanti nevicate che, soprattutto nel tratto degli altipiani dell’Appennino Abruzzese, la fanno somigliare alla più celebre Transiberiana russa. “È un po’ come vedere un documentario dal vivo con le immagini che scorrono dai finestrini del treno”. Così lo scrittore Giuseppe Furno scriveva nel 1995 nel suo libro-guida “In treno alla scoperta dell’Abruzzo” (edit. Franco Lozzi, disponibile su Amazon), presentando la linea ferroviaria più emozionante dell’intera rete italiana. Tuttavia, fu il giornalista-scrittore torinese Luciano Zeppegno che sulla rivista “Gente Viaggia” nel novembre del 1980 coniò questo soprannome. Chiusa al traffico passeggeri dal 2011 (vi circolavano i treni diretti da Pescara a Napoli e viceversa), a oggi il tratto da Sulmona a Carpinone (dove c’è l’innesto sulla Cassino-Isernia-Campobasso) è percorso soltanto da treni turistici composti da carrozze anni ‘30 - ‘40, le famose “Centoporte” e le “Corbellini”, con i sedili in legno e trainate da locomotori diesel. Grazie al prezioso recupero e all’intervento della “Fondazione FS Italiane” e dell’associazione culturale “Le Rotaie”, nell’ambito del progetto “Binari senza tempo”, la linea è riuscita in qualche modo a sopravvivere e, ancor di più, ad attirare viaggiatori da ogni angolo del Paese. La nostra “Transiberiana” ha anche un’altra particolare caratteristica: è una delle ferrovie più “alte” di tutta Europa, in quanto nei pressi della stazione di Pescocostanzo l’altitudine raggiunge quota 1269 metri s.l.m.. Io ho avuto il piacere di condividere questa esperienza nel gennaio 2020 e posso assicurare che il soprannome dato a questa poco conosciuta linea ferroviaria è assolutamente azzeccato. Il treno storico parte da Sulmona (stazione di diramazione posta sulla linea Roma-Pescara) alle 9:00 oppure alle 10:45, e arriva a diversi capolinea come Roccaraso, Castel di Sangro o Isernia (ma il tratto completo si effettua solo nel periodo estivo!). I rientri in giornata sono previsti con arrivo a Sulmona fra le 19:00 e le 20:00. E’ consigliabile, quindi, per chi vuole intraprendere questa esperienza, programmare un soggiorno di almeno 2 notti nella città aquilana. Sul treno storico tra Sulmona e Isernia le tappe sono diverse: Campo di Giove, Palena, Rivisondoli-Pescocostanzo, Roccaraso, Castel di Sangro, ecc.; di solito a ogni fermata si scende (il treno sta fermo parecchi minuti), si viene accolti da stand eno-gastronomici loca...

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    Last Post by Liutprando il 14 Mar. 2022
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  3. LA FERROVIA TRANSPADANA PAVIA-CREMONA-MANTOVA-MONSELICE
    In treno attraverso la Pianura Padana dalla Lombardia al Veneto

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    DIARIO DI VIAGGIO
    By Liutprando il 7 Nov. 2021
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    video: www.facebook.com/confaloniera/videos/863740747668963

    La ferrovia “Transpadana” (detta anche "Mediopadana") è un sistema ferroviario di 224 chilometri che collega Pavia a Monselice (Padova). E’ un insieme di linee ferroviarie secondarie (tecnicamente dette “complementari”) per la quasi totalità del percorso costituite da binario unico, che tagliano la Pianura Padana orizzontalmente da ovest a est, attraversando e unendo fra loro nodi ferroviari come Codogno, Cremona, Mantova e Legnago. Da Pavia a Casalpusterlengo la linea non è elettrificata, ma si viaggia solo su littorine o treni a trazione diesel. Risulta a doppio binario solo nei brevi tratti tra Casalpusterlengo e Codogno (tratto in comune con la Milano-Bologna) e tra Cerea e Legnago (tratto in comune con la Verona-Rovigo). Fino agli anni ’80 esistevano treni locali che univano direttamente Pavia con Mantova. Adesso, per farla tutta, è necessario effettuare almeno 2-3 scali. Il primo tratto (da Pavia a Cremona) fu costruito nel 1866, concepito nell'ottica di un collegamento tra Brescia, il Piemonte orientale e Genova, il cui punto d'innesto sarebbe dovuto essere Pavia. La costruzione della linea Pavia-Cremona-Brescia e il suo esercizio furono affidati prima alla S.I.S.F.M., per poi passare sotto l’egida delle Ferrovie dello Stato nel 1905 (l’elettrificazione da Codogno a Cremona venne attivata nel 1977). Il tratto Cremona-Mantova fu inaugurato nel 1874, mentre l’ultimo pezzo, da Mantova a Monselice, fu aperto soltanto fra il 1885 e il 1886.
    Da Pavia a Cremona c’è un treno diretto alla mattina alle ore 8:06, che arriva a Cremona alle ore 9:55. Un’ora e cinquanta minuti per compiere i soli 76 km che dividono le due città lombarde, ma la “lentezza” permette di ammirare il bellissimo e spettrale paesaggio della Bassa Pavese. Soprattutto in autunno, i nuovi treni diesel a moderna livrea Stadler GTW fanno apprezzare il viaggio fra colori grigi, stando comodamente seduti in spaziosi scompartimenti aperti, dotati di grandi finestrini sull'esterno. Fino a Motta San Damiano la linea compie un percorso “metropolitano”, attraversando Pavia dal bellissimo Castello Visconteo all’affascinante ponte sulle chiuse e cascate del Naviglio Pavese. Dopo gli ultimi quartieri periferici, iniziano le piccole stazioncine di campagna poste in mezzo al nulla, come la già citata Motta San Damiano e l'ancor più piccolo scalo di Albuzzano (un casello con un minuto marciapiede).
    Belgioioso è il primo medio-grosso centro, dove si scorge finalmente un po’ di anima viva attorno ai binari. La stazione è uno scalo detto di “precedenza”: i capotreni scendono dal convoglio e azionano un ingranaggio posto a ridosso dell’edificio della stazione chiamato R.A.R. (Rilevamento Attraversamento a Raso) che permette al...

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    Last Post by Liutprando il 7 Nov. 2021
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  4. ROAD TO SERIE A2
    Trasferta di basket in Toscana

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    DIARIO DI VIAGGIO
    By Liutprando il 14 Oct. 2021
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    La trasferta di Piombino inizia con un pneumatico bucato. Proprio così. Altroché partenza intelligente per essere in Toscana relativamente di buon’ora. Alle ore 9:45, quando arrivo proprio davanti alla casa di Kava, lo vedo fuori in strada, insieme al figlio, che gironzolano sconsolati attorno alla Peugeot 208 con la quale saremmo dovuti partire a razzo verso il PalaRavizza di Pavia e, da lì in poi, verso le terre livornesi. Col caxxo! Un anno e mezzo senza trasferte (l’ultima collettiva è stata a San Giorgio su Legnano di due stagioni fa, tralasciando la sfida di Super Coppa a Crema di settembre) ed eccoci qua: con il morale a mille, ma tutto d’un tratto sgonfiato come 'sta ruota bucata spatasciata sull’asfalto. Kava non si perde d’animo, però. Gonfia la ruota con il mini-gonfiatore elettrico e una volta stabilizzatolo siamo tutti e tre a bordo, direzione Norauto del "Carrefour" sulla Vigentina di Pavia (l’unico meccanico aperto di domenica in tutto l’universo conosciuto!). Nel frattempo avvisiamo gli altri compagni di trasferta (Fiora, Ale e Depla) che abbiamo avuto un “piccolo” contrattempo, così il ritrovo è spostato nel parcheggio del centro commerciale.
    La signorina dietro lo sportello della filiale ci dice che la macchina può essere messa a posto solo nel pomeriggio (peccato che nel pomeriggio dobbiamo essere già due regioni più a sud della nostra!), così mentre Kava supplica la fanciulla di trovare un buchino per cambiare la gomma, arrivano gli altri. Si fa l’affare: la gomma sarà sostituita nel giro di un’oretta. Così ne approfittiamo per fare un salto all’interno della galleria del C.C., soprattutto per prenderci dei robusti caffè al baretto, per guardare un PC di ultima generazione e cercarmi alla libreria un libro di Joe Lansdale che non c’è.
    La macchina viene consegnata puntualmente e così a bordo di due automezzi (siamo 6 in tutto!) possiamo partire alla volta della Toscana con (solo!) un’ora di ritardo sulla tabella di marcia. Tangenziale est, poco traffico: giù verso la S.S. Bronese, poi dritti verso quelle infernali autostrade che io odio tanto (#iononviaggioinautostrada). Qua ci sono costretto. Prendiamo l’A21 al casello Broni-Stradella, direzione Piacenza, poi un tratto di Autosole, finché nei pressi di Parma non imbocchiamo l’Autostrada della Cisa. Io ho fatto cambio di auto e sono passato su quella di Fiora, dove c’è seduto dietro Ale, mentre Depla ha voluto a tutti i costi salire su quella di Kava e del piccolo Riki. Pit-stop al primo autogrill dell’A15: c’è chi scende per mettere a posto nuovamente la pressione dei pneumatici, chi fa un po’ di benzina, chi ne approfitta per andare in bagno e chi semplicemente fa due passi per sgranchirsi le gambe. Nel frattempo pianifichiamo di fermarci a Livorno per pranzare e siccome Kava dice che ha una ...

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    Last Post by Liutprando il 14 Oct. 2021
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