MIRKO CONFALONIERA


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  1. Posted 30/3/2014, 13:24
    1 - Cielo. Cielo sopra di me. Che anche stanotte mi hai regalato baci, carezze, amore, quant'altro. Finto, sei tutto finto. Ma non sei stufo di sentirmi? E dammi quello che voglio, fammi contento... Dammi quella stella che brilla nel cielo, quella in mezzo alle tre della cintura di Orione. E' così bella, che è davvero un peccato vederla da quaggiù senza poterla prendere nel palmo della mano. Lei, così bella, qua accanto a me, ovunque io viaggerò. Ci rivedremo presto stella, è una promessa. Ti guarderò ogni notte, e ti scriverò. Oh sì, sms di sera o parole sulla sabbia di un lungomare. E poesie, sogni, amici, birre, viaggi, sabbia, tramonti, pensieri, racconti, uliveti, mare. Sognarti è l'ossessione più bella della mia vita. Puglia. Giorno Zero.

    2 - Il cielo sopra la Puglia è stupendo. Non è quello che si vede in qualsiasi altro posto. Non so spiegarmelo, ma è così. Sull'A14 si apre la nebbia all'improvviso, e cielo e stelle e luci di città e del Gargano. E la nostra stella, ovviamente, è sempre la più bella, anche quaggiù... Viaggiare, scrivere, sognare... Un giorno non basteranno più. Ma per stanotte mi accontento. Una pizza al Controvento pub, una birra Peroni, sei amiche, un paio di giri di carte a 31. Da domani: lungomari adriatici, scorci e paesi baresi, borghi dauni, uliveti, terra, vento, sole, pioggia, o quello che sarà.
    Un altro lungo inverno.
    Ancora.
    Dal profondo Sud-Est.

    3 - Epifania pugliese lungo strade statali, borghi medievali e scorci paesaggistici. Pieno di GPL sulla tangenziale di Andria, gemella "entroterrena" di Barletta; subito la strada si arrampica su uno dei tanti colli dove svetta la fortezza di Castel del Monte (foto). Trecentesco monumento, a singolare forma ottagonale, di matrice sveva, domina tutta la pianura nord-barese. Una leggenda racconta che qui vi fosse custodito il leggendario Santo Graal. Oltrepassata la zona di C.d.M. il paesaggio cambia in maniera radicale: gli uliveti e i muretti di pietra che costeggiano le strade lasciano il posto ad un paesaggio lunare: una desolante pianura ondulata da qualche collinetta dove lo sguardo si perde all'orizzonte per chilometri e chilometri senza incrociare una costruzione, un villaggio, una forma di vita... Uno scenario da film di fantascienza davvero più unico che raro. La s.s. delle Murge raggiunge Gravina, piccolo borgo medievale, dove sono presenti i ruderi di un vecchio castello normanno e un tipico centro storico, con viette strette e bianche, che contraddistingue molte cittadine dell'entroterra barese. Pausa pranzo ad Altamura, conosciutissima in tutta Italia sia per la sua stupenda cattedrale romanica, quanto per la produzione del suo pane d.o.c.. Altamura è anche e forse di più il posto ideale per gustarsi un'ottima focaccia barese (farina di grano duro, olio di oliva, pomodorini pugliesi, sale, lievito) e l'immancabile birra Peroni, l'alterego della simpsoniana "Duff" di tutta la zona...

    4 - Dopo Altamura si entra nella caratteristica zona dei Trulli. Santeramo, Gioia del Colle, Noci, Alberobello e Locorotondo sono velocissime tappe lungo il mio passaggio verso oriente. Martina Franca, posta invece leggermente più a sud, verso il tarantino, merita una sosta più accurata: la città offre una suggestiva veduta sull'incantevole Valle d'Itria. Angioina e trecentesca, Martina F. colpisce immediatamente all'ingresso del suo centro storico per il bellissimo Palazzo Ducale. Passeggio per il corso principale, lo stretto e zig-zagoso c.so Vittorio Emanuele, e arrivo fino alla barocca Cattedrale di San Martino e l'annessa torre dell'Orologio. Il resto del centro cittadino sono strette viuzze fra spettacolari palazzi barocchi e altre costruzioni religiose di notevole impatto, fra le quali la Chiesa di San Domenico. La strada verso il mare Adriatico, una volta abbandonata la bellissima Martina, passa attraverso Cisternino (un'altra bellissima "città bianca"), prima di condurmi alla brindisina Ostuni, tappa finale di quest tour epifanico: case basse e cortili, archi e dedali strettissimi, il tutto ridipinto in calce bianca. L'ingresso del centro storico è piazza Libertà, da qui una via in ripida salita conduce alla cima del colle, sul quale sorge la romanica Cattedrale. Poco oltre si apre uno stretto corridoio fra antichi palazzi e archi, e si arriva a una bellissima vista panoramica: campagna e paesi del litorale della costa adriatica, che incominciano ad illuminarsi al calare del sole. A pochi km, giù verso il mare, la lunga e infinita statale 16 adriatica che fra poco, lentamente, mi riporterà a casa verso Barletta.....

    5 - Lungomare di Margherita di Savoia (BT), pomeriggio assolato, mare calmo e piacevole brezza che soffia su una spiaggia vuota e incontaminata. Ore sdraiato sulla sabbia, leggendo, qua e là. Livietta, la mia ormai inseparabile compagna di viaggi, contempla la pace e la calma accanto a noi. Rumori distanti, di sottofondo, la città ferma, immobile, lontana. Pescherecci al largo sul mare, il Gargano che si specchia nel golfo di Manfredonia e lassù, sopra di me, nel bellissimo azzurro cielo che solo la Puglia ha, la Luna che mi segue ovunque io vado… Cala il sole, dietro gli Appennini dauni alle mie spalle, alle città e ai ricordi dentro di me. Davanti, alzo gli occhi, e vedo il mare che si è tinto completamente di rosa… Non è semplicemente una sfumatura, è proprio il mare, tutto il mare davanti ai miei occhi che ha cambiato colore: è rosa! Rosa come il cielo ad ovest dove tramonta il sole! E’ uno spettacolo talmente affascinante e unico che cerco di immortalarlo all’istante. Ma non ci riesco… Riprovo due o tre volte, ma il risultato è sempre lo stesso deludente: la foto della videocamera non ritrae esattamente ciò che io vedo… Io vedo rosa, vedo un mare rosa! che non riesce ad imprimersi in una dannata foto jpg… Perché? Perché?... Poi, d’un tratto, capisco il perché… Trattasi di un’illusione ottica, dovuta a qualche strano effetto collegato alla luce solare del tramonto. L’acqua non è rosa, è trasparente, come sempre, sono io che la vedo come il sole me la fa vedere, attraverso una rifrazione………………
    Le illusioni spesso mi fanno credere a cose non vere, inseguire ideali e amori che poi si rivelano falsi e vuoti. Però spesso, la loro bellezza e il loro poetico fascino, tengono accesa la testa di sogni, emozioni e sensazioni che la vita normale, quella senza illusioni né sogni, quella conforme e convenzionale, non sarebbe capace di dare… Ecco perché non smetterò mai di innamorarmi di donne, anche se poi non sono quelle giuste, non smetterò mai di seguire il mio istinto più che la mia ragione, non smetterò mai di essere me stesso contro tutto e tutti… e non smetterò mai di vedere un mare al tramonto che diventa magicamente colorato di rosa…

    6 - A Foggia fa capolinea la mitica statale 17, resa celebre negli anni Settanta dall'omonima canzone del cantautore Francesco Guccini. Il tratto fino a Lucera, la prima città, è a doppia carreggiata e molto scorrevole. LUCERA che sorge su un'altura formata da tre colli, domina il Tavoliere delle Puglie per la maestosa fortezza svevo-angoina che si trova alla fine del centro storico. Un fossato la separa della parte vecchia della città, ben conservata e con una cattedrale romanica che spadroneggia su tutte le altre attrattive storico-culturali. Del castello al suo interno non resta granchè, ma non fare una passeggiata lungo le mura di cinta ed osservare il maestoso ed incantevole panorama sulla pianura pugliese è davvero sconsigliabile: perdereste una dei più bei belvedere che la zona offre, ed in una bella giornata di sole come questa merita la scarpinata a piedi. Abbandono Lucera e la s.p. 109 mi immette in un paesaggio molto più selvaggio. Collinette ondulate e strade che si protendono all'infinito mi fanno capire di essere entrato nella selvaggia Daunia (foto). TROIA è la prima cittadina che incrocio: arroccata su un colle, è un bellissimo borgo medievale ben conservato, con stradine strette, salite, discese, archi e piazzette che sbucano all'improvviso. Di antichissima fondazione (alto-medioevo) la leggenda narra che fu costruita dal dio greco Diomede. Notevole la concattedrale (foto 3), vero e proprio gioiello del romanico pugliese. Dopo l'attuale sosta pranzo in un'osteria del centro (dove posso gustarmi le classiche orecchiette con le cime di rapa, salsiccia e olive nere fritte, pane di montagna e taralli, il tutto innaffiato dall'ottimo vino nero di Troia d.o.c.) il viaggio prosegue ancora più verso l'entroterra foggiano: Celle San Vito, Faeto ed il suo bosco, il suo mito, laddove inizia il vero Appennino, ai confini fra Puglia, Campania e cielo........

    7 - Il viaggio attraverso la Daunia prosegue a FAETO, paesino di poco più di 1000 abitanti situato a 900 m. slm, caratteristico per essere una vera e propria isola linguistica franco-provenzale. Faeto è da vedere per la sua storia, per la sua conformazione di borgo di media-montagna, e per il suo aspetto all'antica: passeggiare per le sue strade è come fare un viaggio indietro nel tempo. Subito affianco la strada si immerge nel Bosco di Faeto, una macchia boschiva fitta che ricopre gran parte del versante settentrionale. Si sale, e l'auto si immerge in una fitta nebbia (in realtà le basse nubi che veleggiano sulla catena pugliese-campana, foto). Alla fine della zona nebbiosa, attraverso per qualche km il territorio beneventino, per poi tornare in Puglia e sbucare a ROSETO VALFORTORE. Il paeseggio è alto-collinare, con prati a perdita d'occhio e gigantesche pale eoliche che sembrano catapultarmi più in film di fantascienza che in uno storico. Bivio per BICCARI chiuso per frana, così proseguo verso nord: dopo ALBERONE (città dei Templari, come recita un cartello al suo ingresso) la terra torna pianeggiante, con le caratteristiche "collinette" che accompagnano km e km di affascinante niente, prima di fare di nuovo passaggio a Lucera. Ultima tappa di questo mio tour "dauno", il Santuario dell'Incoronata, immerso nel rigoglioso e verde Bosco del Cervaro, alle porte di Foggia. Forse reso più celebre da molte citazioni dei film del noto comico pugliese Lino Banfi, il Santuario dell'Incoronata resta comunque un posto da visitare per il suo fascino storico e religioso: la leggenda vuole che l'ultimo sabato dell'aprile del 1001 qui la Madonna apparve ad un contadino. L'olio della Madonna dell'Incoranata è olio di oliva benedetto, mentre la statua di legno che la raffigura con il bambin Gesù in braccio è di colore scuro, attribuendole un caratteristico volto nero. Ultima sosta sorseggiando un buon vino rosso in un bar alle soglie del bosco, gustandomi l'aria fresca sotto i portici e all'imbrunire, prima di imboccare la statale 16 direzione Barletta...

    8 - Un aspetto tutt'altro che secondario del visitare (o viverci...) la Puglia è la sua ottima e prelibata cucina. Considerando che la Puglia offre una cosa come 800 km di litorale marino, fra Gargano, Adriatico, Salento e Jonio, molti potrebbero pensare che la cucina pugliese è prettamente a base di pesce e di mare. Niente di più sbagliato. Nonostante l'indiscutibile primeggiare di una dieta pescatora (nelle foto allegata mi vedete armeggiare con calamari crudi appena pescati: si mangiano così come sono, addirittura in un solo boccone, basta sfilare un'unica lisca e si servono in una tazza ripiena di acqua salata - volendo si possono condire con una spruzzata di limone), la cucina di "terra" non è da meno: pasta, carne di cavallo o di agnello, e formaggi tipici sono le prime delizie che mi vengono in mente. Mi ricordo una Pasquetta trascorsa a casa, qui vicino a Barletta, quella del 2009, se non erro: piovve tutto il giorno, così anziché la consueta scampagnata fuori-paese, io e una dozzina di amici/che passammo un'intera giornata con le gambe sotto il tavolo... Orecchiette con rucola di campagna, carciofi ripieni (formaggio, aglio, olio, prezzemolo - nda) al forno e formaggio della zona è il primo menù casareccio che mi sento di consigliare. Le mitiche orecchiette in molte zone della Puglia sono sinonimi degli "stracinati", ma in alcuni angoli, tipo il sud-est barese o il lucano, c'è una bella differenza: le orecchiette sono tonde e piccole, mentre gli strascinati più grandi e allungati. Spesso questa pasta è associata al sugo di pomodoro, alle cime di rapa, ortaggio diffusissimo in Puglia, ma una valida alternativa è mangiarli con la rucola selvatica, che ha un sapore più deciso ed amarognolo. Passare in Puglia senza assaggiare piatti tipici come i torcinelli ("gnumarredd" nel nord barese, ma il nome cambia da zona a zona) - ovvero involtini di interiora di pecora con prezzemolo, paradisiaci se fatti alla brace -, carne di agnello alla "garganica" o salsiccia di cavallo, significa non aver assaporato nulla dei piatti carnivori di questa zona. Il caciocavallo foggiano, il provolone leggermente piccante, e la mozzarella di bufala (o anche la 'burrata' o la 'stracciatella', prodotti lavorati della mozzarella) di Andria servono un tagliere di formaggi difficilmente dimenticabili (soprattutto se associati a squisiti affettati e cacciatorini della zona di Faeto). Se come me non amate finire il pasto con la frutta (nonostante le gigantesche dimensioni di pesche-noci, precoche, fioroni, ecc...), una valida alternativa è la cicoria cruda, pucciata in una tazza di olio e pepe. Più che in un ristorante o una trattoria alla mano, auguro ai miei amici nordici che mi leggono di essere invitati in una qualsiasi casa del nord-barese all'ora di pranzo: oltre ad assaporare un'accoglienza fuori dal comune alla quale noi settentrionali non siamo di certo abituati, assaggerete i veri sapori pugliesi, che vanno anche da gigantesche teglie di pasta al forno, a piatti a base di pasta e patate, filetto di cavallo, olive nere al forno (oppure fritte), ciambelle di pane pugliese - che dura anche 7/8 giorni - il tutto innaffiato da ottimo vino prodotto in casa, leggermente più amabile di quello delle seppur buone ed economiche cantine sociali. Un solo consiglio: non fate colazione e tenetevi lo stomaco ben sgombro: qui il pranzo è un pasto molto importante, a volte l'unico momento in cui la famiglia (spesso allargata a sorelle, fratelli, cognati, ecc...) sta insieme durante il giorno (alla sera si suole mangiare fuori, gustando panzerotti o focacce o pizze bianche, le c.d. "ciccio"), può durare anche un paio d'ore, e verranno servite pietanze su pietanze...
    Stasera, invece, classica uascèzz (=festicciola improvvisata) fra amici e amiche, a base di Tiella alla Barese, un piatto che unisce alla perfezione le scuole di terra e di mare: riso, patate e cozze, cucinate nell'acqua di mare cozzara, il tutto cotto al forno e servito con l'immancabile barese birra Peroni....... che volere di più?

    9 - Lecce, capoluogo del Salento, quella penisola dove finisce la Puglia, sospesa tra i due mari e porta dell’Oriente, è un mondo a parte rispetto al resto della regione. Passeggiare per il centro storico e non restare colpiti dalla magia e dall’atmosfera che questa città sprigiona è assolutamente disumano. Il barocco predomina in tutto: basiliche, chiese, palazzi privati e pubblici, conventi, ecc., sono le testimonianze di come questa architettura ha saputo diffondersi capillarmente nella città e lasciare agli occhi di oggi una meraviglia di scorci, vedute, dedali e camminate che non a torto la omaggiano con il soprannome di “Firenze del Sud”. Piazza Sant’Oronzo è il cuore pulsante del centro, con l’apertura sull’antico e suggestivo anfiteatro romano, l’imponente statua dedicata al santo patrono, e gli eleganti negozi e caffetterie che si affacciano su quasi tutti i lati (una di queste è il rinomato e storico 'Caffè Alvino', tappa obbligatoria per gustare un pasticciotto - tradizionale dolcetto leccese, sorseggiando un caffè in ghiaccio con latte di mandorla...). Qualsiasi stradina o corso che parte dalla piazza, in ogni direzione, conduce a vedere opere d’arte e scorci che tolgono il fiato: non solo la maestosa Cattedrale con la sua quadrata e armoniosa piazza, ma anche basiliche e chiese “minori”; minori fra virgolette, perché incontrare la bellissima facciata della barocca Basilica di Santa Croce (capolavoro del barocco leccese), significa appieno capire il significato e la Storia di questa stupenda città. Passeggiare per vicoletti semi-bui al tramonto, osservare i negozi che vendono ai turisti le bambole di cartapesta (tipico artigianato zonale) o sostare in locali dove si trovano esposti quadri di pittori salentini è il vero senso della magia e della poesia di Lecce...
    Stasera, invece, appena fuori dal centro, tappa consueta e obbligata per me alla solita "Pucceria" della circonvallazione esterna: dal sacro al profano, la Puccia è un tipico panino leccese fatto con pasta di pizza, che si può farcire con una varietà inimmaginabile di companatico (verdure, carne, formaggi, salse, ecc…). Una buona birra, una sigarette e tanti pensieri accompagneranno poi il mio lento ritorno verso casa a Barletta………………

    10 - Dall'appennino Dauno al Salento la Puglia è ogni volta un lungo viaggio attraverso paesaggi, luoghi, culture e tradizioni.
    La Puglia non è e non sarà mai per me una semplice vacanza, un soggiorno frugale, un'avventura balneare. Sembrerà retorica scaduta, ma credo che solo chi ha sangue pugliese che scorre nelle sue vene riesca a capire....
    Capire cosa significa ascoltare la tarantella del Gargano sul lungomare di Vieste, tuffarsi nelle acque delle isole Tremiti per vedere sul fondo la statua di Padre Pio, fare turismo religioso da San Giovanni Rotondo, a Monte Sant'Angelo, al santuario dell'Incoronata di Foggia, passeggiare per Faeto ascoltando il franco-provenzale, sostare sotto l'imponente statua di Eraclio a Barletta ricordandosi della storica Disfida, ammirare estasiati la cattedrale di Trani che dà sul mare e quella di Bitonto nell'entroterra, mangiare il pane di Altamura e ascoltare la favola che la focacceria Casa Digesù sconfisse e fece fallire un attiguo Mc Donald's, bere dell'ottimo vino bianco a Locorotondo - la città di viette concentriche - ammirare la pianura pugliese da Castel del Monte o dalla fortezza di Lucera, gustare un piatto di orecchiette in un vicoletto della medievale Troia, camminare in punta di piedi fra le case bianche di Cisternino, Martina Franca ed Ostuni, pensare al carnevale di Putignano mangiando i torcinelli alla brace, smarrirsi fra i trulli di Alberobello, esplorare le grotte di Castellana, farsi una foto sul lungomare di Polignano con lo sfondo della statua di Domenico Modugno e della città vecchia a strapiombo sugli scogli, farsi il bagno nelle azzurre acque tra Monopoli e Fasano, andare almeno una sera alla festa della birra di Cassano Murge che dura un mese e mezzo, assaggiare il panino col polpo alla sagra di Mola di Bari, saper distinguere dopo averli visti ad uno ad uno i lungomari da Bisceglie, a Molfetta, a Giovinazzo, a Santo Spirito, camminare per le vie di Bari Vecchia bevendo una birra Peroni, riuscire a mangiare la gigantesca puccia da Poldo's a Taranto bevendo una birra Raffo, passeggiare in mezzo al barocco leccese nelle viette che partono da piazza Sant'Oronzo, assaporare i suoni della pizzica dalla serata finale di Melpignano alla Fiesta te lu Mieru di Carpignano, camminare sulla sabbia delle 'Maldive del Salento', avere il coraggio di tuffarsi dalle altezze impossibili della baia di Ciolo, attraversare i paesini dell'entroterra salentino percorrendo stradine di campagna, salire le ripide gradinate per raggiungere il faro di Santa Maria di Leuca e guardare il mare Adriatico e il mare Jonio che diventano la stessa identica cosa.......................
    .......potrei andare avanti all'infinito.................
    Ciao Puglia.
    Non mi hanno mai cambiato e non ce la faranno mai.
    E anche tu, non cambierai mai....
    NOWHERE LIKE APULIA................................ FINE.

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