MIRKO CONFALONIERA


Replying to CHRONICLES OF EAST EUROPE

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  1. Posted 30/3/2014, 11:45
    1 - Morire dentro. E continuare a vivere. La cosa peggiore che può capitare. Puntuale. Ricorrente. Io le chiamo Erinni, quei mitologici mostri della letteratura greca che perseguitavano i personaggi ovunque essi andavano. Sono il vuoto che c’è, ogni qual volta un castello fatto di sogni, fiabe ed illusioni si sgretola. Non ci sono più piccoli gesti, piccoli aneddoti, piccole emozioni, che sembravano insignificanti, e invece ti accorgi che ti riempivano la vita. Pensieri alla mattina appena sveglio o alla sera prima di addormentarmi. Voglia di vederla e di stare con lei. Canzoni all’autoradio, sorrisi nel buio di notti che sembravano non finire mai, ore spensierate come oasi in un deserto sconfinato e senza vita. Cosa resta di tutto questo una volta che ti svegli e per l’ennesima volta tutto ciò che hai fatto, creduto, pensato, scritto, detto solo per lei non c’è più o non c’è mai stato… Niente… Solo una manciata di sabbia che scivola tra le dita fino a scomparire…. Vi odio tutti maledetti antiromantici che infestate il nostro pianeta e la nostra razza, voi che vi usate a vicenda, che non sapete amare o innamorarvi, che mi guardate come un povero illuso utopico don Chisciotte fuori moda, fuori tempo, fuori ragione, che combatte vanamente contro questa Società arida di sentimenti………………. Ma nello stesso tempo non sapete quanto vi invidio, quanto invidio la semplicità emotiva con cui usate i sentimenti, con cui scaricate e ricominciate da zero, con cui dimenticate, con cui sapete non soffrire ed ignorare il significato della parola morire d’amore… un giorno, ne sono certo, vincerete, e ce la farete a farmi diventare come voi…. Per ora resto a guardare attraverso la finestra della mia stanza il mondo che verrà, la storia cosa ci riserverà, nuove guerre e nuovi amori, e fra le mani questo che spero presto diventi quel famoso biglietto di sola andata per il Sud…. Non ho molti impegni per la vita, a parte domani andare a Kiev e per i prossimi quarant’anni vivere in Puglia....

    2 - Kiev.
    Dall'alto sembra un formicaio di luci in mezzo al buio dell'Ucraina. Alti grattacieli e luci stroboscopiche. L'odore della guerra. Della morte. Strade deserte, buie, mazzi di fiori lungo i marciapiedi.
    Sono solo nell'inizio di questo viaggio est-europeo. Tre amici mi raggiungeranno solo a Varsavia.
    Solo.
    Nel mondo alieno e fantascientifico di Kiev.
    Un incrocio è chiuso al traffico, due volanti della polizia accerchiano un auto che ha appena investito un passante. Per terra un corpo esanime scorre lentamente attraverso il finestrino del taxi che dall'aeroporto Zhulhany mi sta portando nel centro città.
    Un cadavere.
    E non è neanche l'unico di oggi...
    Il treno per Milano nei pressi di Villamaggiore ha investito un passante. Proprio Villamaggiore, manco a farlo apposta... Dal finestrino guardavo la campagna che si apriva alla mia sinistra verso i boschi di Lacchiarella. Quei boschi. Quelle notti. Quelle stelle. Con Lei. Il treno non riparte, allora io scendo, quasi con forza e con rabbia. Quasi a combattere quel destino che si sta accanendo contro di me per non farmi partire. Cappuccio in testa, sciarpa degli Alcooligans al collo, e uno zainetto con dentro un biglietto per l'Est Europa. Cammino lungo i binari, fino a quando, duecento metri dopo, là in mezzo alle rotaie gli occhi spenti di un corpo dilaniato da una morte atroce sono lì che mi fissano. Vivere.
    Vivere, per morire così? In un attimo?...
    Un ragazzo bulgaro mi dà un passaggio fino a Rogoredo e da lì in poi è una lotta contro il tempo, che si conclude sul filo del rasoio. Fino qua. In una città fantasma. Ai confini del tempo, dello spazio, della storia. L'hotel Dnepr è presidiato da soldati. Il portone d'ingresso è sbarrato e uno di loro mi fa passare da una porticina laterale. Dentro ce ne sono altri. Non riesco bene a capire se sono miliziani dell'esercito o appartenenti a gruppo para-militari. Sono alti, massicci, indossano tute mimetiche e stivali neri. Danno l'impressione che combatteranno il Nemico fino alla stregua.
    Fuori, alcuni lucini accesi sul marciapiede. Sasha, il tassista, ci è appena passato quasi sopra, quasi non curante.
    Morte.
    E il ricordo della Morte.
    Alla tv fanno vedere che al Fronte l'esercito "nemico" sta ammassando un notevole contingente bellico. Paura di una invasione. Paura di una guerra. Ancora, il senso di Morte. Questo si respira in questa città dalla finestra dalle mia stanza: un cortile buio e poi un panorama che si apre smisuratamente su una capitale sonnolenta, buia e terrorizzata.
    In tutta questa desolazione c'è spazio, nonostante tutto, per un pensiero. Il tuo. Nonostante tutto. Un tuo sms, un tuo sorriso, un noapte buna. La nostra di Guerra, lasciata là, in quel nord italia che mi va sempre più stretto...
    Kiev.
    Morte e guerra, guerra e amore, soldati, telegiornali in edizione straordinaria, bandiere al vento, carri armati e navi.
    Kiev.
    A pochi chilometri dal fronte.
    A 2100 kilometri a nord-est da casa.

    3 - Kiev è presidiata dai militari. E corpi para-militari, che indossano divise mimetiche e molti di loro al collo hanno dei fazzoletti rossoneri con la scritta "right secor". Falangi ultranazionaliste. La capitale è in mano loro. L'hotel dove sono, più che un 4 stelle in svendita, sembra una caserma militare. Soldati che presiedono l'ingresso e mi chiedono i documenti per poter entrare. Soldati che stazionano in ogni piano dell'imponente e neoclassico edificio. Giorno e notte, 24 ore su 24. Anche ieri sera al mio arrivo lo scenario era identico. Per ora non vedo armi alle loro tracolla e con me sono sempre molto disponibili e gentili. Un miliziano stanotte al mio arrivo mi ha scortato (mai termine più giusto....) in ascensore fino al quarto piano.
    Fuori, per le vie cittadine, lo scenario sembra quello di un film di guerra. Vere e proprie barricate costruite con ogni cosa, principalmente mattoni, pneumatici e altro sbarrano la via Kreshchatik, quello che dovrebbe essere il corso principale e più elegante di Kyiv, ma che invece è un inquietante ed affascinante percorso bellico. La situazione sembra calma e tranquilla, i pedoni passano in mezzo a militari e cumuli di macerie, fiori e lapidi improvvisate laddove è caduto qualcuno. Da un lato la Kiev monumentale delle sue cattedrali, opere d'arti, delle sue viette che si arrampicano sulle pittoresche collinette a dirupo sul fiume Dnepr, dall'altra il volto oscuro e minaccioso della guerra e del ricordo di essa. La giornata è calda e assolata, ma il gelo che si respira nell'aria di una città completamente militarizzata è più duro e selvaggio di un freddo polare.

    4 - KYIV - AMORE E GUERRA
    "Si apre una città fantasma, solo in notturna, barricate, posti di blocco, soldati e para-militari.
    Croci celtiche, scritte sui muri, il vento di Destra, stasera, stanotte, chissà se mi pensi, se mi ami, se quello che mi scrivi da lontano lo provi davvero.
    Fuori la Rivoluzione nera, non è certo per me, eppure è romantica questa primavera, con tutti quelle divise, quei fazzoletti neri al collo, gli stivali, le bandiere appese ovunque ai muri.
    Una ragazza che mi sorride, mi dice 'priviet', è molto carina, giù al posto di blocco fra l'hotel Dnipro e la dogana di via Khreschatyk.
    Telegiornali, edizioni speciali, la Crimea è perduta, il Nemico alle porte, daremo tutta la vita, oltre la morte / Combattere dalla parte giusta o dalla parte sbagliata / E sù al quinto piano i miliziani hanno il loro quartier generale, l'ascensore arriva fino al quarto, oltre è proibito andare, è proibito amare, è proibito sognare, solo credere, obbedire e combattere.
    Scatta l'allarme quando uomini in divisa corrono giù per le scale, fino all'androne, fino al portone / C'è qualcuno che bussa alla porta, c'è Lei che mi pensa, che mi scrive un sms al cellulare, fuori è già mezzanotte nel fuso orario locale / Fumo nella mia cella d'albergo una Ctoanyhl, senza filtro, senza sapore.
    Domani Vilnius, la Lituania, il Baltico, la vita che verrà / Stanotte l'insonnia, l'amore, la guerra, Kiev e il non sapere cosa sia meglio da fare.
    C'è un tacito coprifuoco giù per le strade, tutti hanno smesso di girare / Per stasera sono già in buona compagnia / Una bottiglia di birra / Una di vodka / E il pensiero di Lei, lontana, a 2100 km da qua, difficilmente mi farà dormire.
    Non mi spaventano i fuochi lontani, i carri armati sul confine, lo spettro di una guerra che non vuole mai finire.
    Ho più paura della routine e delle delusioni che mi dà la vita normale".....


    5 - Vilnius, la "Gerusalemme del Nord", soprannominata così per la massiccia presenza di sinagoghe e chiese - oltre un centinaio nel solo centro storico - e per il fatto che il 40% della popolazione è di origine ebraica. 2300 km a nord-est dall'Italia, più a Nord che ad Est, infatti il clima cambia decisamente rispetto all'assolata Kiev. Fino dal mio atterraggio mi accoglie un cielo nuvoloso e una fredda brezza che soffia su tutta la città. Il caro e vecchio "Freddo dell'Est", che a me piace molto. E' la terza sorella baltica di Riga (Lettonia) e Tallin (Estonia) - già visitate nel 2011 - che mi mancava. L'impatto è quello di una graziosa e accogliente cittadina da una storia ricca di cambiamenti di scena (lituana alle origini, polacca poi, sovietica negli anni Trenta, nazista nella Seconda Guerra Mondiale, di nuovo sovietica, poi autonoma ed infine europea nella storia recente). Elegante e raffinata, forse un po' troppo middle-europea, più vicina a città come Praga o Bratislava che al vero e proprio Est Europa. Tranquilla, pulita, dalle viette e dai palazzi eleganti e tenuti ad opera d'arte. Troppo, forse, per me. Ve la consiglio (stasera pubblicherò le foto del centro storico), ma qualcosa mi sta lentamente facendo rimpiangere Kiev... Ci saranno state ancora le ferite di una guerra, le minacce di un'altra, la militarizzazione, i palazzi distrutti, le barricate per le strade e per le piazze.... Eppure, anche in tanta sofferenza e mortificazione c'era il mio decadente, malinconico e romantico Est Europa. Vilnius è carina, è bella, è turistica (forse è proprio questo il problema), è solare (nonostante il clima), nei locali si trovano i doppi prezzi anche in Euro, l'alfabeto è quello occidentale e chiunque sa parlare l'inglese (soprattutto meglio di me :-). E', per dirla breve, a tutti gli effetti Unione Europea. Pollice sù. Ma per me città come Kiev o Mosca sono un'altra cosa. E non c'è nulla da capire......

    6 - VILNIUS
    "Cammino per una strada piccola e stretta / Eco di passi tutto attorno / Luci della piazza, luci del Corso / La ragazza alla reception del mio hostel è molto carina / Mi sorride ogni volta che entro ed esco / Mi piacerebbe chiederle se a fine turno viene nella mia stanza / C'è una bottiglia di vodka, un biglietto bus per la Polonia, un letto da scaldare e un soffitto da guardare / Una birra media da mezzo litro al Vilniaus Alus pub costa poco più di un euro / Canzoni in sottofondo, chiacchiere lontane di altri ragazzi e turisti / Ci vorrebbe una sigaretta e tante risposte / Una coperta, un autoradio accesa, un mi manchi, un ti penso, un ti voglio bene / Est Europa, grande e sconfinato, chilometri e chilometri, città, ricordi, aneddoti / E pub / In ognuno di essi ho lasciato un amico, uno sguardo, due parole scritte sul mio diario / Domani il viaggio in bus per Varsavia, attraversare tutta la campagna, la steppa, il confine, le città, i villaggi, le domande, i perchè / Per stanotte un fuso orario sbagliato, questo mondo incantato, e questa birra che non vuole finire / E il pensiero di Te, che ti vorrei qua, accanto a me / A Vilnius, Lituania, Est Europa".............

    7 - Si riparte. Ultima birra al Vilniaus Alus pub, che ormai entra di diritto nei miei baracci sparsi per l'est Europa, da Budapest a San Pietroburgo a Mosca. Destinazione VARSAVIA, in pullman attraversando per centinaia di km quello che veramente é il mio Est Europa. Non solo città artistiche, hotel all inclusive e negozi di gadgets per i turisti occidentali. L'Est é lande desolate e sperdute, fredde steppe senza incontrare nulla, cieli senza sole, palazzi in stile socialismo reale, falci e martello sbiadite dal tempo, percorrere all'infinito queste strade senza stancarsi o voltarsi mai. Nella tasca dei jeans una bottiglia di vodka, un pacchetto di sigarette, il pensiero di una donna lontana ed irraggiungibile. Quante città visitate, quanti ricordi e quanti aneddoti. Quante storie vissute e raccontate. E tante altre che verranno...

    8 - Varsavia. Lunghi vialoni protesi all'infinito e larghi a dismisura. Palazzoni giganteschi dominano lo skyline in zona stazione Centralna. Parallelepipedi di cemento armato di pura impronta capitalista che si specchiano su strade e casermoni di pura impronta socialista reale. Su queste strade una volta scorrevano i carri armati sovietici, qui una volta era la sede di quell'omonimo patto militare che si controbilanciava alla Nato, qui era la porta fra i due mondi... stanotte invece a Varsavia soffia un vento freddo e gelido, le luci dei grattacieli e dei Mc Donald's hanno fatto la storia, dai locali e disco pub in via Mazowlecka escono ragazze bellissime, tirate da cima a fondo. Hanno stacchi di coscia impressionanti e sono talmente perfette nella loro bellezza da risultarmi asettiche e distanti. Ha poco di est europeo la nuova Varsavia dei locali notturni, dei long drinks e dei taxi fuori dalle discoteche. Domani visiterò la Città Vecchia e il celebre Ghetto. In un ostello al quarto piano di via Poznanska, mentre fuori tutta la città dorme, alle 3:20 di notte, i miei ultimi pensieri della giornata vanno solo alle nostre stelle, al nostro posticino dove guardarle, alle coperte del sedile dietro, ai miei racconti di storie incredibili e ai tuoi sorrisi sconsolati. Non siete qua con me, e mi mancate tanto... quassù a Varsavia, Polonia, a 1200 km a nord-est da casa e da te.....

    9 - La Varsavia della zona Centralna, che di notte sembra più la batmaniana Gotham City, con quei grattacieli altissimi che svettano tutto intorno a viale Jerozolimskie è completamente diversa da un centro storico, non grandissimo, non ricchissimo, ma sicuramente più accogliente del fantascientifico scenario alla Fritz Lang di cubi socialisti e capitalisti che sorgono ai lati dei giganteschi rettilinei sovietici. Sotto l'impressionante grattacielo costruito da Stalin, che è alto la magnificenza di 250 metri, si raccolgono un po' di locali e disco-pub. Ma la zona dei divertimenti inizia da via Chmielna e via Mazowiecka. Ristorandi, lounge-bar, discoteche eleganti, ma non per tutti... Ieri sera un rigido buttafuori, squadrandomi dalla testa ai piedi, non mi ha fatto entrare in uno di questi locali di cui non sentirò certo il rimpianto. Per me, come lo testimoniano le mie "Chronicles", molto meglio il Gesler Bar, un tendone adibito a pub, aperto 24 ore su 24, con il soffitto pieno di sciarpe di squadre di calcio nazionali ed europee, con vista diretta sul gigantesco rondò Dmowskiego, che offre non-stop Carlsbeerg alla spina, panini e salamelle, e shot di ottima vodka polacca. Insieme a posti come l'Akafca Arozo di Budapest, il Gogol Cafè di Mosca e il bar Fidel di S.Pietroburgo, entra di diritto nella mia hall of fame. Nel capitalismo che avanza implacabilmente, posti un po' nostalgici, invece, non possono di certo mancare... E' il caso delle "mlecznys" (letteralmente: bar latterie), di pura e genuina impronta socialista, che per i decenni addietro sono stati i ristoranti popolari della vecchia Polonia Comunista. Ad oggi conservano ancora la funzione di self-service molto economici, per pasti completi e veloci. Varcare la soglia di questi locali è come fare un viaggio indietro nel tempo di almeno trent'anni... Stasera sono stato in quella di via Krucza (angolo via Hoza), che sorge ai piedi di uno dei tanti palazzi in perfetto stile socialismo reale (che molti pseudo-esteti aborrano, ma che io -ovviamente- sto imparando ad amare sempre più . Non chiedetemi, però, cosa ho mangiato. Il menù (un gigantesco tabellone appeso all'ingresso, al lato della cassa) è rigorosamente in polacco, e il costo per un piattone unico ricco e abbondante è di 15 Zl (poco meno di 4 euro...). Domani trasferimento in treno verso Cracovia, nel sud della Polonia. Ultima tappa di queste "Chronicles", poi il rientro in Italia.....

    10- Cracovia. In un pub sotterraneo nei pressi di Rynek Glowny si bevono pinte di birra a 5 zloty (poco più di un euro). Un ragazzo inglese mi chiede di dove sono e che squadra tifo. Io rispondo: "I'm from Northern Italy and I support Torino F.C.", specificando la differenza fra Toro e Juve. Lui ribatte con una grossa risata, conferma di saperla già questa differenza e dice di essere un ultrà del West Ham......... Cracovia é molto middle Europa, vivace, piena di vita, locali e movida notturna. Assomiglia a una via di mezzo fra Praga e Monaco di Baviera. Purtroppo molto 'international', più turistica che selvaggia o di nicchia come piace a me; si sente parlare italiano già davanti alla stazione Glowny, oltre che francese, tedesco, inglese. Comunque, ideale tappa finale di questo tour est europeo che si chiude qua, dopo migliaia di chilometri fra Ucraina, Lituania e Polonia. Sono via da casa da soli cinque giorni, eppure mi sembra un'infinità. Penso a Kiev, alla città militarizzata e sotto le barricate... Vilnius, la bella addormentata del Baltico... Varsavia, con i suoi grattacieli e i palazzi che si arrampicano verso un cielo sempre nero, da cui soffia sempre un vento freddo e gelido, ma che nessuna vodka riuscirà mai a vincere... Cracovia, la nottambula ragazzina che non vuole andare a dormire, anticamera di quell'Ovest che inizia subito dopo... Est Europa, che ogni volta mi lasci storie, racconti, emozioni... Domani si rientra nella routine di sempre, in attesa di un nuovo viaggio. Uno zaino in spalla, un biglietto aereo o una cartina geografica. Destinazione Est, inseguendo un miraggio, il posto da dove nasce il Sole, come si insegue un'arcobaleno dopo un acquazzone...

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