MIRKO CONFALONIERA

  1. ROAD TO ISTANBUL
    Antalya, Smirne, Istanbul

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    CHRONICLES OF EAST EUROPE
    By Liutprando il 15 Oct. 2023
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    1 - Sono passati 9 anni da quella notte a Salonicco, durante quell’altro viaggio verso Istanbul di allora. Ma la luna nel cielo di Smirne, pardon, Cesma (letteralmente: "fontana"), piccola località balneare a 80 km dal capoluogo, è la stessa di allora. Parole e voci nella testa, ma dal tono calmo come il mar Egeo, che resta lì immobile senza onde, come un gigantesco lago salato. Volti di donne, diverse e lontane, nel tempo e nello spazio, pensieri in lingua italiana, l’unica che sento da quando sono arrivato in Turchia due giorni fa. Mi piace viaggiare da solo in questa parte di mondo anche per questo. Si zittisce la cacofonia di urla, suoni, schiamazzi, brusii e torni a essere soltanto uno sconosciuto che cammina in mezzo a tanti sconosciuti. Libertà.
    Antalya. Sud della Turchia. Un caldo afoso e umido nonostante siamo alla fine di settembre. Il taxi che mi porta verso l’hotel in centro città ha i finestrini alzati e l’aria condizionata sparata a mille. Fuori lo smog del traffico intenso delle cinque pomeridiane lungo le superstrade e le circonvallazioni che attenagliano la metropoli di 2 milioni di abitanti rendono il calore ancora più insopportabile. Non male per uno come me che odia le stagioni calde più di ogni altra cosa presente in tutto l’universo conosciuto.
    Il mare mi salverà.
    In realtà il centro cittadina sorge su un altro sperone roccioso, e il tanto agognato mare resta là sotto, giù dall’alta scogliera che si ammira dalle ringhiere dell’Ozcan Parki, piccolo e microscopico polmoncino verde in mezzo a palazzi e grattacieli che svettano verso l’alto fra il catrame e le strade di Antalya. Bella la vista sul porticciolo e sulla spiaggetta rocciosa di Mermerli, ma se voglio concedermi il primo bagno in mare di questa vacanza di fine settembre devo raggiungere la Konyaalti Plaj, una spiaggia che si trova nella parte occidentale della città e che si estende per 13 km di lunghezza. Molti siti di turismo la definiscono una delle spiagge più belle di tutta la Turchia. D’altronde le foto viste su internet non lasciavano alcun dubbio. Prendo un taxi, efficiente ed economico mezzo di trasporto per spostarsi in Oriente. Soprattutto nelle grandi città le vetture gialle pullalano a ogni incrocio, sfrecciano per ogni via o restano semplicemente parcheggiate ai bordi delle strade in attesa che qualcuno ci salga sopra. Per andare alla Konyaalti, che è parecchio fuori dal centro, pago qualcosa come 5 euro, calcolate al cambio della premunita lira turca. Arrivo quasi al tramonto, nella prima parte da dove iniziano praticamente i 13 km di riviera. La spiaggia è composta principalmente da sassi e ciottoli fini, ma presenta anche un po' di sabbia. L'acqua è meravigliosamente limpida e cristallina. La rinfrescata con il so...

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  2. ROAD TO THE DESERT
    Tunisi, Cartagine, Douz, Tozeur

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    VERSO SUD
    By Liutprando il 25 April 2023
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    "Dimmi solo che mi vorresti qui,
    quando vagherai da solo là fuori,
    fra quelle colline di polvere e quei venti che soffieranno forte,
    solo in quell’oceano bianco e arido,
    solo e perduto in mezzo al deserto.
    Seduto con te in un cerchio di fuoco
    io dimenticherò i giorni andati via,
    proteggerò la tua anima e il tuo corpo
    dai miraggi e dalle illusioni che vedrai
    solo e perduto in mezzo al deserto.
    Se le tue speranze si disperderanno
    come la polvere lungo il tuo cammino,
    io sarò la luna che brillerà sul tuo sentiero,
    se il sole accecherà i nostri occhi,
    io pregherò i cieli lassù
    che la neve cada sul Sahara.
    Se quello sarà l’unico posto dove potrai lasciare i tuoi problemi,
    io sarò lì con te e sarò la tua via d’uscita,
    e se bruceremo insieme
    io pregherò i cieli lassù
    che la neve cada sul Sahara…"
    (Snow on the Sahara, Anggun)

    1 - Non è Pasqua oggi a Tunisi, come non lo è mai in un Paese mussulmano. Oggi, domenica 9 aprile, qui è la Festa dei Martiri, giornata di proteste e di commemorazioni che ricordano il 9 maggio 1938, quando la nazione era sotto il colonialismo della Francia, e si celebra l'84esimo anniversario degli scontri tra gli indipendentisti e gli occupanti, a cui i primi chiedevano riforme e un Parlamento per segnare un nuovo passo verso l'indipendenza, ma almeno 21 tunisini morirono a causa della repressione delle forze armate francesi. Nel pomeriggio di oggi sono scesi in piazza quelli del Fronte di Salvezza Nazionale che davanti al Teatro Municipale hanno protestato contro il presidente Saied chiedendo la sua destituzione e il rilascio dei prigionieri politici.
    Già da ieri pomeriggio, al mio arrivo, l’avenue Habib Bourguiba, il grande viale a due carreggiate e con un’allea al suo centro, che scorre orizzontalmente da ovest a est unendo la Medina con la superstrada per il porto de “La Goulette”, era presidiato da uomini della polizia e dell’esercito. Transenne sono state piazzate per limitare il traffico a una sola carreggiata (quella che dalla stazione di Tunisi Marina corre verso la Porta di Francia), e anche il marciapiede del lato meridionale a un certo punto era sbarrato e non si poteva proseguire. Numerose camionette dell’anti-sommossa stazionano ogni tot. metri e c’è un forte dispiegamento di forze dell’ordine e di militari. Gruppetti sparsi, che stazionano qua e là e osservano tutto ciò che succede. Alcuni soldati imbracciano fucili con mirini ad alta precisione.
    Fa un po’ impressione vedere questo scenario, che non è nuovo nelle memorie dei miei viaggi e che mi riporta alla Kiev del 2014 (durante l’occupazione dei paramilitari dell’immediato post-Maidan), ma se sposto lo sguardo altrove la vita pare “normale”, nella valutazione che può dare uno come me, giunto per la prima volta in questo Paese d...

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    Last Post by Liutprando il 25 April 2023
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  3. MALTA: L'ISOLA CHE NON C'E'
    La Valletta, Rabat-Mdina, Blue Lagoon, Marsaxlokk

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    VERSO SUD
    By Liutprando il 22 Feb. 2023
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    L'OLMO (periodico a cura della Biblioteca Comunale di Castelletto di Branduzzo) n. 25
    Rubrica - Castelletto Viaggia


    Malta è lo Stato membro più piccolo dell'Unione Europea. Più che un’isola (del Mar Mediterraneo), è tecnicamente un arcipelago, in quanto è formato da due isole principali (Malta e Gozo), l’isola minore di Comino e una ventina di isolette/rocce/atolli disabitati. Si trova vicinissima alle coste italiane, in quanto la distanza dalla Sicilia è di soli 80 km (in giornate serene dall’isola di Gozo si riesce a vedere la Sicilia e viceversa). Per arrivarci esistono dei comodi (ed economici) voli aerei che collegano sia lo scalo di Malpensa (Ryanair) che quello di Milano-Linate (Air Malta) con l’aeroporto internazionale di Malta-Luqa. Un altro modo, decisamente più avventuroso, per raggiungerla è il traghetto, che quotidianamente salpa giornalmente da Pozzallo (Ragusa) – stagionalmente anche da Catania - e che ci impiega un paio d’ore: è utile per chi vuole imbarcare il proprio autoveicolo a bordo e portarlo con sé, ma decisamente scomodo e lontano almeno per noi turisti del Nord. L’isola è molto piccola, ma offre praticamente di tutto: scogliere a picco sul mare oppure spiagge sabbiose, città piene di vita o paesini tranquilli, opere d’arte ricche di 5000 anni di storia e manifestazioni culturali sparse per tutto l’anno. Insomma, un connubio perfetto di mare, natura, relax, cultura, night-life e ovviamente buona cucina. Se si scarta l’idea di noleggiare un’automobile in loco (attenzione perché a Malta si guida sulla sinistra come in Inghilterra!), la prima cosa da fare appena atterrati all’aeroporto è acquistare (a una delle tante macchinette self-service) la “Tallinja Card”, una carta di viaggio che costa sui 20 euro e che dà diritto per 7 giorni di fila a usare illimitatamente qualsiasi autobus urbano o extraurbano. Esistono tante opzioni, ma sicuramente la “Explore – Unlimited travel for 7 days” è la migliore. I mezzi pubblici a Malta funzionano bene attraverso una rete capillare e molto diffusa di bus che conducono ovunque (per info consultare il sito www.publictransport.com.mt). Come avrete già intuito, data la sua storia e il suo passato di ex colonia britannica, l’inglese è la lingua ufficiale della Repubblica di Malta. Il “maltese” è la seconda lingua, che deriva da un dialetto siculo-arabo, mentre l’italiano è comunque compreso e capito dalla maggior parte della popolazione.
    Il “centro” di Malta è rappresentato dalla capitale La Valletta e da tutto il suo smisurato hinterland di sobborghi urbanisticamente attaccati (Paceville, Floriana, Paola, Tarxiene, La Isla, Vittoriosa, Sliema, ecc.), che danno l’impressione di girare per una metropoli sterminata e affacciata sulle cos...

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  4. ROAD TO CYPRUS
    Larnaca, Nicosia, Nicosia Nord, Famagusta, Paphos

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    CHRONICLES OF EAST EUROPE
    By Liutprando il 1 July 2022
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    GIORNO 1 - #LARNACA

    "Holidays?"
    "Yes!"
    "Where are you from?" mi domanda la barista del Meeting Pub.
    E' un bel bar, di quelli che piacciono a me. Forse non troppo smarzo per entrare nella lista dei miei “baracci dell'Est Europa”, ma vagando per il lungomare di Larnaca mi ha colpito e ci sono entrato per bere due birre e uno shottino di jagermeister.
    "Italy! - rispondo, mandando giù il sorso di jager con ghiaccio e una sfiziosa fetta di arancia dentro - Northern Italy!"
    "Italy?" e scoppia a ridere. La battuta seguente è più o meno: "Sei italiano e vieni a Cipro a fare le 'holidays'? Come dire: con tutti i posti stupendi che avete in Italia, tu vieni qui?"
    "Why not?" le rispondo con una faccia di tolla, bella quanto il lungomare di Larnaca di notte.
    Cipro, fuso orario +1 rispetto alla madre patria italica, ma in realtà sarebbe un +2. Se guardate sulla mappa geografica qui di europeo c'è ben poco, a parte le bandierine dalla U.E. che ti accolgono all'aeroporto e che ti ricordano che Cipro (ma solo quella del Sud) fa parte dell'Unione, che si paga in valuta Euro, che c'è qualche scritta italiana qua e là (e che in TV in camera d'albergo si prendono i canali RAI), con l'unica differenza terrificante che in strada si guida sulla sinistra.
    Divertente aver preso il taxi dall'aeroporto ed essere stato trasportato nella zona balneare sud di Larnaca, dove sorge il "San Remo Hotel" (notare il nome italico), guidando - per me - "contromano". Volante a destra, tutto alla rovescia, è un po’ come aver attraversato lo specchio di Alice ed essere finito nel Paese delle Meraviglie. E che meraviglie! Una bella mezza settimana su un'isola del Mediterraneo che è europea solo per convenzione, geograficamente attaccata alla zolla asiatica, confinata sotto la Turchia e non molto distante dalle coste del Medio Oriente ma soprattutto - e qui viene il bello - divisa in due da un Muro e da una "green line", che taglia in due "l'Isola Che Non C'è". A sud, la parte greco-ortodossa che fa parte della U.E.. A Nord, oltre il Muro, la parte turco-islamica, una repubblica "de facto" dagli anni '70, riconosciuta solo dalla Turchia che l'ha occupata militarmente. L'Unione Europea arriva fino al Muro di Nicosia, poi è terra di nessuno. Difficile, improbabile, ai limiti dell'impossibile e sconsigliatissimo atterrare al di là: non esistono ambasciate, consolati, rappresentanze diplomatiche di alcun genere. Mi limiterò a gira...

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    Last Post by Liutprando il 1 July 2022
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  5. IO NON VIAGGIO IN AUTOSTRADA!
    Una filosofia di Vita alla riscoperta della vera Italia

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    DIARIO DI VIAGGIO
    By Liutprando il 14 Mar. 2022
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    L'OLMO (periodico a cura della Biblioteca Comunale di Castelletto di Branduzzo) n. 5
    Rubrica - Castelletto Viaggia


    “Viaggiare” oggi giorno è facile, diciamoci la verità. Viviamo in un’epoca dove basta connetterci a internet per poter programmare nei minimi dettagli anche il più esotico e avventuroso dei viaggi da raccontare al proprio ritorno agli amici del bar di paese. Per esempio, nel 2016, io ho pianificato dietro a un tablet qualsiasi quella mia splendida avventura in Marocco, coronata dall’attraversata a dorso di dromedario sulle dune del Sahara verso il villaggio berbero di Merzouga ai confini del mondo. Stessa cosa per tutti i miei viaggi “oltre cortina” in Est Europa - dall’arrivare in Piazza Rossa a Mosca sotto una nevicata a mezzanotte, a vedere una San Pietroburgo a gennaio a 30 gradi sottozero, a tutti i viaggi con bus di linea in mezzo ai Balcani, da Trieste ad Atene o da Tirana a Instanbul, ecc.. Prenotare un volo aereo o un viaggio in treno o in pullman, anche in posti remoti del continente, oggi come oggi, è la cosa più semplice di questo mondo. Basta una mezz’oretta, qualche “click” qua e là, e la vacanza “perfetta” è bella che servita! Ma provate a chiedervi cos’è davvero “Viaggiare”? E’ davvero solo il semplice spostamento da un punto “A” a un punto “B” di una mappa geografica? Quando restate in Italia e prendete una delle tante autostrade che vi portano dritti dritti verso le vostre mete prefissate, considerate quelle poche ore a tutta velocità davvero un “Viaggio”?... Queste domande me le sono poste anch’io nel lontano 2013, quando dopo anni e anni (praticamente da quando sono nato) percorrevo in treno o in auto o in altro mezzo la lunga direttrice che mi portava verso la casa dei miei nonni materni in Puglia, dove ho sempre trascorso vacanze estive, natalizie, pasquali e di ogni altra stagione. “Ma in mezzo ai caselli autostradali di Casteggio e di Barletta che cosa c’è davvero?” - a parte svincoli, uscite, cartelli segnatetici, alienanti autogrill, asfissianti colonne di auto, rallentamenti e solo qualche raro scorcio di bei paesaggi? E’ così che ho iniziato, quasi per gioco, a lasciar perdere quelle costose autostrade a pagamento per “esplorare” un mondo che forse abbiamo dimenticato da tempo... Ho scoperto che esistevano altre strade, altri percorsi, altri itinerari, altri posti da attraversare e magari che potevo fermarmi in alcuni di questi per guadarmi attorno e “riscoprire” raccontando. E’ da allora, più o meno, che “Io non Viaggio in autostrada”, come recita il mio omonimo terz’ultimo romanzo uscito nel 2019 (edito da Albeggi Edizioni), e che ho fatto di questa scelta una propria e vera filosofia di vita. In poco tempo mi si è aperto un mondo riempito di tantissimi altri piccoli mondi, che non avrei mai immaginato di sco...

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    Last Post by Liutprando il 14 Mar. 2022
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  6. LA LEGGENDARIA "TRANSIBERIANA D'ITALIA" A BORDO DI CARROZZE FERROVIARIE DEGLI ANNI '30
    La ferrovia Sulmona – Isernia, attraverso paesaggi innevati fino a 1269 metri di altitudine

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    DIARIO DI VIAGGIO
    By Liutprando il 14 Mar. 2022
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    L'OLMO (periodico a cura della Biblioteca Comunale di Castelletto di Branduzzo) n. 12
    Rubrica - Castelletto Viaggia


    La ferrovia Sulmona – Isernia è una linea ferroviaria secondaria che collega internamente l’Abruzzo con il Molise e che è lunga 128 km. Costruita e aperta al pubblico fra il 1892 e il 1897, è stata soprannominata “La Transiberiana d’Italia” per le abbondanti nevicate che, soprattutto nel tratto degli altipiani dell’Appennino Abruzzese, la fanno somigliare alla più celebre Transiberiana russa. “È un po’ come vedere un documentario dal vivo con le immagini che scorrono dai finestrini del treno”. Così lo scrittore Giuseppe Furno scriveva nel 1995 nel suo libro-guida “In treno alla scoperta dell’Abruzzo” (edit. Franco Lozzi, disponibile su Amazon), presentando la linea ferroviaria più emozionante dell’intera rete italiana. Tuttavia, fu il giornalista-scrittore torinese Luciano Zeppegno che sulla rivista “Gente Viaggia” nel novembre del 1980 coniò questo soprannome. Chiusa al traffico passeggeri dal 2011 (vi circolavano i treni diretti da Pescara a Napoli e viceversa), a oggi il tratto da Sulmona a Carpinone (dove c’è l’innesto sulla Cassino-Isernia-Campobasso) è percorso soltanto da treni turistici composti da carrozze anni ‘30 - ‘40, le famose “Centoporte” e le “Corbellini”, con i sedili in legno e trainate da locomotori diesel. Grazie al prezioso recupero e all’intervento della “Fondazione FS Italiane” e dell’associazione culturale “Le Rotaie”, nell’ambito del progetto “Binari senza tempo”, la linea è riuscita in qualche modo a sopravvivere e, ancor di più, ad attirare viaggiatori da ogni angolo del Paese. La nostra “Transiberiana” ha anche un’altra particolare caratteristica: è una delle ferrovie più “alte” di tutta Europa, in quanto nei pressi della stazione di Pescocostanzo l’altitudine raggiunge quota 1269 metri s.l.m.. Io ho avuto il piacere di condividere questa esperienza nel gennaio 2020 e posso assicurare che il soprannome dato a questa poco conosciuta linea ferroviaria è assolutamente azzeccato. Il treno storico parte da Sulmona (stazione di diramazione posta sulla linea Roma-Pescara) alle 9:00 oppure alle 10:45, e arriva a diversi capolinea come Roccaraso, Castel di Sangro o Isernia (ma il tratto completo si effettua solo nel periodo estivo!). I rientri in giornata sono previsti con arrivo a Sulmona fra le 19:00 e le 20:00. E’ consigliabile, quindi, per chi vuole intraprendere questa esperienza, programmare un soggiorno di almeno 2 notti nella città aquilana. Sul treno storico tra Sulmona e Isernia le tappe sono diverse: Campo di Giove, Palena, Rivisondoli-Pescocostanzo, Roccaraso, Castel di Sangro, ecc.; di solito a ogni fermata si scende (il treno sta fermo parecchi minuti), si viene accolti da stand eno-gastronomici loca...

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    Last Post by Liutprando il 14 Mar. 2022
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  7. LA FERROVIA TRANSPADANA PAVIA-CREMONA-MANTOVA-MONSELICE
    In treno attraverso la Pianura Padana dalla Lombardia al Veneto

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    DIARIO DI VIAGGIO
    By Liutprando il 7 Nov. 2021
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    video: www.facebook.com/confaloniera/videos/863740747668963

    La ferrovia “Transpadana” (detta anche "Mediopadana") è un sistema ferroviario di 224 chilometri che collega Pavia a Monselice (Padova). E’ un insieme di linee ferroviarie secondarie (tecnicamente dette “complementari”) per la quasi totalità del percorso costituite da binario unico, che tagliano la Pianura Padana orizzontalmente da ovest a est, attraversando e unendo fra loro nodi ferroviari come Codogno, Cremona, Mantova e Legnago. Da Pavia a Casalpusterlengo la linea non è elettrificata, ma si viaggia solo su littorine o treni a trazione diesel. Risulta a doppio binario solo nei brevi tratti tra Casalpusterlengo e Codogno (tratto in comune con la Milano-Bologna) e tra Cerea e Legnago (tratto in comune con la Verona-Rovigo). Fino agli anni ’80 esistevano treni locali che univano direttamente Pavia con Mantova. Adesso, per farla tutta, è necessario effettuare almeno 2-3 scali. Il primo tratto (da Pavia a Cremona) fu costruito nel 1866, concepito nell'ottica di un collegamento tra Brescia, il Piemonte orientale e Genova, il cui punto d'innesto sarebbe dovuto essere Pavia. La costruzione della linea Pavia-Cremona-Brescia e il suo esercizio furono affidati prima alla S.I.S.F.M., per poi passare sotto l’egida delle Ferrovie dello Stato nel 1905 (l’elettrificazione da Codogno a Cremona venne attivata nel 1977). Il tratto Cremona-Mantova fu inaugurato nel 1874, mentre l’ultimo pezzo, da Mantova a Monselice, fu aperto soltanto fra il 1885 e il 1886.
    Da Pavia a Cremona c’è un treno diretto alla mattina alle ore 8:06, che arriva a Cremona alle ore 9:55. Un’ora e cinquanta minuti per compiere i soli 76 km che dividono le due città lombarde, ma la “lentezza” permette di ammirare il bellissimo e spettrale paesaggio della Bassa Pavese. Soprattutto in autunno, i nuovi treni diesel a moderna livrea Stadler GTW fanno apprezzare il viaggio fra colori grigi, stando comodamente seduti in spaziosi scompartimenti aperti, dotati di grandi finestrini sull'esterno. Fino a Motta San Damiano la linea compie un percorso “metropolitano”, attraversando Pavia dal bellissimo Castello Visconteo all’affascinante ponte sulle chiuse e cascate del Naviglio Pavese. Dopo gli ultimi quartieri periferici, iniziano le piccole stazioncine di campagna poste in mezzo al nulla, come la già citata Motta San Damiano e l'ancor più piccolo scalo di Albuzzano (un casello con un minuto marciapiede).
    Belgioioso è il primo medio-grosso centro, dove si scorge finalmente un po’ di anima viva attorno ai binari. La stazione è uno scalo detto di “precedenza”: i capotreni scendono dal convoglio e azionano un ingranaggio posto a ridosso dell’edificio della stazione chiamato R.A.R. (Rilevamento Attraversamento a Raso) che permette al...

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    Last Post by Liutprando il 7 Nov. 2021
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  8. ROAD TO SERIE A2
    Trasferta di basket in Toscana

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    DIARIO DI VIAGGIO
    By Liutprando il 14 Oct. 2021
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    La trasferta di Piombino inizia con un pneumatico bucato. Proprio così. Altroché partenza intelligente per essere in Toscana relativamente di buon’ora. Alle ore 9:45, quando arrivo proprio davanti alla casa di Kava, lo vedo fuori in strada, insieme al figlio, che gironzolano sconsolati attorno alla Peugeot 208 con la quale saremmo dovuti partire a razzo verso il PalaRavizza di Pavia e, da lì in poi, verso le terre livornesi. Col caxxo! Un anno e mezzo senza trasferte (l’ultima collettiva è stata a San Giorgio su Legnano di due stagioni fa, tralasciando la sfida di Super Coppa a Crema di settembre) ed eccoci qua: con il morale a mille, ma tutto d’un tratto sgonfiato come 'sta ruota bucata spatasciata sull’asfalto. Kava non si perde d’animo, però. Gonfia la ruota con il mini-gonfiatore elettrico e una volta stabilizzatolo siamo tutti e tre a bordo, direzione Norauto del "Carrefour" sulla Vigentina di Pavia (l’unico meccanico aperto di domenica in tutto l’universo conosciuto!). Nel frattempo avvisiamo gli altri compagni di trasferta (Fiora, Ale e Depla) che abbiamo avuto un “piccolo” contrattempo, così il ritrovo è spostato nel parcheggio del centro commerciale.
    La signorina dietro lo sportello della filiale ci dice che la macchina può essere messa a posto solo nel pomeriggio (peccato che nel pomeriggio dobbiamo essere già due regioni più a sud della nostra!), così mentre Kava supplica la fanciulla di trovare un buchino per cambiare la gomma, arrivano gli altri. Si fa l’affare: la gomma sarà sostituita nel giro di un’oretta. Così ne approfittiamo per fare un salto all’interno della galleria del C.C., soprattutto per prenderci dei robusti caffè al baretto, per guardare un PC di ultima generazione e cercarmi alla libreria un libro di Joe Lansdale che non c’è.
    La macchina viene consegnata puntualmente e così a bordo di due automezzi (siamo 6 in tutto!) possiamo partire alla volta della Toscana con (solo!) un’ora di ritardo sulla tabella di marcia. Tangenziale est, poco traffico: giù verso la S.S. Bronese, poi dritti verso quelle infernali autostrade che io odio tanto (#iononviaggioinautostrada). Qua ci sono costretto. Prendiamo l’A21 al casello Broni-Stradella, direzione Piacenza, poi un tratto di Autosole, finché nei pressi di Parma non imbocchiamo l’Autostrada della Cisa. Io ho fatto cambio di auto e sono passato su quella di Fiora, dove c’è seduto dietro Ale, mentre Depla ha voluto a tutti i costi salire su quella di Kava e del piccolo Riki. Pit-stop al primo autogrill dell’A15: c’è chi scende per mettere a posto nuovamente la pressione dei pneumatici, chi fa un po’ di benzina, chi ne approfitta per andare in bagno e chi semplicemente fa due passi per sgranchirsi le gambe. Nel frattempo pianifichiamo di fermarci a Livorno per pranzare e siccome Kava dice che ha una ...

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    Last Post by Liutprando il 14 Oct. 2021
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  9. ROAD TO EAST EUROPE 5
    Bucarest, Tulcea, Maliuc, Crisan, Sulina

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    CHRONICLES OF EAST EUROPE
    By Liutprando il 29 Aug. 2021
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    1. - Romania. Est Europa. Un pensiero fisso, un tarlo nella mia mente negli ultimi tempi. La possibilità di partire si è fatta concreta solo poche settimane fa e così ho realizzato l’idea di tornare in Romania dopo l’epico viaggio stradale del 2013 con due amici a bordo di una berlina partita da Pavia un freddo pomeriggio di fine ottobre e approdata sulle coste del Mar Nero dopo non so più quanti giorni e chilometri di “on the road”. Impossibile non pensare a quell’avventura di otto anni fa, mentre mi avvio verso l’aeroporto milanese di Linate a bordo del passante S13 da Pavia, per raggiungere la Romania questa volta con un più veloce volo aereo della Blue Air, che ho pagato un insulto al mondo intero come 9,99 euro. Autobus 73 da viale Corsica (stazione di Milano Porta Vittoria) ed eccomi allo scalo aeroportuale milanese.
    Passo i controlli doganali liscio come l’acqua, il volo decolla con qualche minuto di ritardo e dopo un’ora e mezza, ma nel nuovo fuso orario di +1 rispetto all’Italia, atterriamo all’aeroporto “Henri Conda” della capitale rumena. Fuori dallo scalo c’è il capolinea di una ferrovia che conduce direttamente a Bucarest Gara de Nord, nei pressi di dove ho prenotato una stanza d’albergo per stanotte. Niente di più comodo. Venti minuti di tragitto a bordo di un trenino di due vagoni, dalla livrea moderna, ma alimentato a diesel, che corre su una linea a binario unico non elettrificata. Arriviamo a Bucarest già qualche minuto prima: la sua metropoli è gigantesca, un alveare di cemento e catrame in mezzo a un deserto verde sconfinato.
    Gara de Nord. Gente, via vai, negozi, note catene alimentari di ristorazione. La Romania mi offre già un biglietto da visita molto diverso rispetto a quello di otto anni fa. Piazza della stazione - il mio albergo a due stelle sorge all’angolo con un piccolo distributore di carburante (la benzina al litro costa il corrispettivo di un euro). Mollo i bagagli in stanza e mi avvio a riscoprire questa città di 2 milioni di abitanti. Mi incammino per il lungo Bulevardi Dinicu, ma per raggiungere il centro “taglio” per il verdeggiante Gradina Cismigiu, un grosso parco urbano attraversato da sentieri e laghetti. Pranzo veloce in un economico fast food.
    Oltre il Bulevardi Regina Elisabetta inizia il vero centro di Bucarest, quello di via Lipscani, arteria pedonale che sorge a nord di Curtea Veche, il cuore della vecchia “Bucuresti”. Negozietti, botteghe ma soprattutto locali di ogni tipo fanno di questa vietta caratteristica il centro della movida cittadina, soprattutto dopo l’ora di cena. Attraversando il fiume Dambovita e percorrendo il suo lungofiume si arriva al cospetto del gigantesco Palazzo del Parlamento, l’ex Casa del Popolo fatta costruire da Nicolae Ceaucescu durante il periodo della Romania socialista, che con i suoi 86 metri di alte...

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    Last Post by Liutprando il 29 Aug. 2021
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  10. CRONACHE DALLA LOUISIANA PAVESE
    Fiume Po, Fiume Ticino

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    BADLANDS ALONG PO RIVER
    By Liutprando il 8 Nov. 2020
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    CAPITOLO 1.
    "Prismata", "canale", ecoscandaglio, bass boat, il "piede", il "prato"... Il mondo fluviale è tanto complesso quanto bello, e lo penso onestamente già quando io e Nico siamo ancora nell'officina di Sergio Barca di Tornello a fare gli ultimi ritocchi alla piccola Glastron acquistata in comproprietà con due amici - anche se oggi per il suo battesimo d'acqua ne manca uno. Vengo sommerso da una serie di termini tecnici che faccio fatica a comprendere. Nico è un esperto di fiume, c'è praticamente nato su una barca e in questo micro mondo che si sta lentamente aprendo ai miei occhi sembra sguazzarci dentro come un pesce di fiume. Prepariamo la miscela di benzina e olio nautico dentro a un serbatoio attaccato direttamente al 25 cavalli che abbiamo montato a poppa. Il mondo delle barche richiede una gigantesca conoscenza meccanica di tutto ciò che c'è dietro. Io sono conscio di partire da zero e sarà una lunga strada prima di riuscire ad avere padronanza di tutto ciò che mi circonda.
    Sergio a bordo della sua berlina traina, montata su un carrello, la bass-boat al di là del ponte sul fiume, dove c'è il circolo nautico degli Amici del Po. Io e Nico gli andiamo dietro, attraversando il ponte della Becca con stati d'animi diversi: per lui è un ritorno dopo qualche tempo di pausa alla sua più grande passione di sempre, per me è il primo giorno in assoluto di barche, motori e navigazione fluviale. Una passione per il fiume sbocciata da poco, ma covata dentro di me da parecchio tempo, addirittura fin da bambino. Negli ultimi anni sul Po ho scritto di tutto, articoli di giornali, ambientazioni di romanzi, ho girato cortometraggi e un paio di documentari amatoriali. C'era abbastanza carne sul fuoco per fare il grande salto e finalmente eccomi qua.
    Alla Becca gli addetti del Centro Nautico avvinghiano la barca con funi e poi un argano semovente la solleva la deposita poco più sotto di noi, dove scorre l'acqua del Ticino. Scendiamo al molo e saliamo a bordo. Accendere il motore del 25 cavalli può sembrare semplice come mettere in azione un comune tosaerba da giardino, ma non è così, o almeno non lo è per me. Ci provo qualche volta, ma il tirante è duro come l'acciaio e riesco anche a farmi male alla mano. Bisogna assicurarsi che la leva del cambio sia in folle e l'acceleratore al minimo. Riuscirò a metterlo in moto quasi al primo colpo solo in mezzo al fiume, dopo altri tentativi e l'invidia provata per Nico, perché lui è riuscito a farlo partire al primo schiocco di dita, come un mago che ha estratto il classico coniglio dal cilindro del cappello.
    All'inizio l'amico si mette al volante e io assisto alla prima uscita in mezzo al Po della mia vita dopo i tanti viaggi lungo i suoi argini e le tante ore passate su qualche sponda a contemplare...

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    Last Post by Liutprando il 8 Nov. 2020
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